STORIA DI VALDINA

 

E' verosimile che l'insediamento umano possa essere fatto risalire in epoche remote, ma bisogna aspettare l'epoca imperiale per avere delle documentazioni. Questo territorio subisce le vicissitudini politiche e militari pari a tutti quelli compresi tra Rometta e Milazzo, trovandosi sulla "strada maestra" che collega i due centri tra loro e Messina.

 

La presenza dei Greci e dei Cartaginesi, è testimoniata dall'attuale campanile (anche se architettonicamente stravolto) della Chiesa Madre, che all'epoca era una torre di avvistamento delle navi provenienti dalle Isole Eolie.

 

Anche le varie colonizzazioni si identificano a tutte quelle della "Valle di Demona" corrispondente all'area nord-orientale della Sicilia.

 

La storia della Sicilia cambia radicalmente dal 1282, anno dell'insurrezione dei Vespri contro i soldati francesi avvenuta a Palermo il Lunedì di Pasqua.

 

I nobili siciliani, caldeggiano l'avvento successivo di Pietro III d'Aragona (genero di Manfredi di Svevia) il quale è generoso nel dispensare titoli nobiliari in favore dei Siciliani indigeni ed immigrati per rafforzare il suo potere, non sentendosi sicuro per la scomunica subita ad opera del Papa Celestino V, che ha l'alta Signoria della Sicilia, e che parteggia per gli Angioini. Di questi titoli sono investiti i Gioeni, i Castagna, i Pollicino, i La Rocca, i Mauro, gli Spadafora ecc.. L'identità di Valdina inizia dopo che Federico viene consacrato, il 25 Marzo 1298, Re di Sicilia.

 

Subito dopo Egli stacca un feudo da Rometta, lo divide in due, uno lo dona a Giovanni La Rocca e l'altro a Giovanni Mauro (ambedue benemeriti degli Aragonesi) in onore di quest'ultimo il nostro territorio viene chiamato Maurojanni.

 

Vari nobili si succedono nel possedere i due feudi per eredità, per vendita o permuta fino a che Andrea Valdina non l'acquista da Giliberto Pollicino (figlio di Eulalia La Grua e Federico Pollicino) che l'ha acquistato, col consenso del Vicerè, da suo fratello Gaspare il 27 Luglio 1505.

 

Andrea Valdina, di antica origine Aragonese, si trasferisce in Sicilia intorno al 1470. E' Reggente ]'Ufficio di Mastro notaro della Regia Gran Corte. Sposa Francesca Cundo.

Parecchi eredi si succedono fino a Maurizio Valdina Ventimiglia che s'investe della Baronia di Maurojanni il 31 Agosto 1589, dopo la morte del padre Andrea Valdina Alliata juniore.

 

Maurizio Valdina muore a 22 anni il 26 Agosto 1590 a Palermo lasciando un infinito dolore nella madre e nella giovane moglie. Le spoglie vengono trasferite a Rocca e tumulate di fronte al vecchio Andrea Valdina nella Chiesa Madre.

I sarcofaghi sono opere del noto architetto dell'epoca Camilliani.

Dopo la morte di Maurizio, che non lascia figli, s'investe come erede particolare suo fratello Pietro Valdina Ventimiglia il 20 Maggio 1600.

 

Con il passaggio della Corona da Filippo III a Filippo IV, il 30 Ottobre 1621, Don Pietro ottiene il titolo di Principe per i servigi resi al Re Filippo IV il quale è impegnato in guerra per la successione del Ducato di Mantova, sia perchè presta una cospicua somma, non resa, così come facevano gli Spagnoli all'epoca, sia per aver eroicamente contrastato i Francesi al ponte Carignano in Piemonte.

 

Da allora Maurojanni viene commutato in Valdina.

Don Pietro è dotato di naturali capacità militari e politiche tant'è che con Lui i Valdina raggiungono il culmine della potenza. Egli è inoltre notaio della Regia Corte, Deputato e Ambasciatore del Senato di Palermo presso Don Giovanni d'Austria in Messina.

 

Prima della morte, che avviene nel 1652, combina il matrimonio del figlio Andrea Valdina del Bosco con Paola (nata da Agostino Vignuolo, ricco mercante genovese, e da Caterina Papè). Le nozze vengono celebrate il 2 Ottobre di quell'anno.

Andrea muore nel 1660, gli succede il figlio Giovanni Valdina Vignuolo Maestro notaro del Tribunale di Gran Corte (1663), Presidente dell'Arciconfraternita della Redenzione dei Cattivi (1669).

 

Giovanni s'investe del titolo di Principe di Valdina quale primogenito ed erede universale di Andrea in virtù del testamento del 22 Aprile 1659, pubblicato agli atti di Not. Giuseppe Oliveri di Palermo il 5 Maggio 1660.

 

Giovanni, uomo molto religioso, istituisce la Prelatura Valdina in Roma vicino all'attuale Piazza di Spagna, a tutt'oggi esistente. Essa ha il compito di dare una Rappresentanza Diplomatica presso la Santa Sede.

 

Muore senza figli nel 1692 e viene tumulato nella Cappella di S. Nicolò di Roccavaldina, nella Chiesa Madre, senza epigrafe.

 

Queste sono le Sue volontà testamentarie "... nomino per mia erede universale l'anima mia..... dopo siano celebrate 6000 messe piane nella Matrice di Rocca ed una cantata nella Chiesa di Loreto".

 

Questo testamento viene pubblicato il 4 Dicembre 1688 agli atti di Not. Leonardo di Miceli di Palermo.

 

A Giovanni succede il cugino Francesco Valdina. suo parente più stretto in grado, il quale il 13 Agosto 1703 in virtù della sentenza del Tribunale della Gran Corte del 28 Agosto 1700 e sentenza del Tribunale del Concistoro del 29 Agosto 1702, si investe del titolo di Principe.

 

Con Francesco si estinguono i Valdina e dispersi i loro beni.

Secondo una tesi quest'ultimo, conscio delle sue incapacità, nel 1706 avrebbe venduto per 1000 onze, il titolo di Principe di Valdina al Duca di Gvampilieri Don Giuseppe Papè.

 

Più documentata risulta essere l'altra tesi secondo la quale lo stesso titolo è (successivamente) rivendicato da Giuseppe Papè Montaperto, Duca di Giampilieri il quale se ne investe il 21 Luglio 1706 per assegnazione fattagli da Casimiro Drago, Pietro Giuseppe La Grana e Antonio Guerrero, procuratori eletti d'ordine di S. Maestà per "resecare" tutte le liti sorte tra D. Giuseppe Papè, quale parente di Paola Vignuolo e Papè e il Rev. Giovanni Bernardino Niceti, fideocommissario della eredità del fu Giovanni Valdina Vignuolo.

 

Giuseppe Papè sposa Gaetana Ballo di Vincenzo della Baronia di Calattuvo (Alcamo). E' Protonotaro del Regno, muore a Palermo il 13 Gennaio 1742. Anche la Principessa Gaetana muore in Palermo il 29 febbraio 1769.

 

Ignazio Papè Ballo s'investe del titolo di Principe il 12 Gennaio 1743 quale figlio primogenito ed erede universale del Principe Giuseppe, per Testamento. Sposa Francesca Bologna e Gravina. Ignazio Papè è intendente generale degli Eserciti, Maestro razionale di Cappa e Spada del Tribunale del R. Patrimonio, gentiluomo di Camera d'Entrata nel 1772 e Protonotaro del Regno. Muore in Palermo l'8 Gennaio 1793.

 

Gli succede il figlio Pietro Papè e Bologna, sposa Ippolita Gravina Massa i122 Ottobre 1778. E' Protonotaro del Regno, Logotenente e Maestro di Cerimonie del Regno di Sicilia. Muore a Palermo il 15 Ottobre 1822.

Gli subentra il primogenito Salvatore Papè Gravina che sposa in Palermo Vittoria Vanni il 9 Febbraio 1829. E' Pretore di quella città nel 1840 e ivi muore il 24 Luglio 1870.

 

Pietro Papè Vanni succede come primogenito alla morte di Salvatore, suo padre. Sposa Marianna Lanza Filangeri di 23 anni, il 28 Gennaio 1856. E' stato riconosciuto possessore del titolo di Principe e, come tale, esce nell'Elenco Ufficiale delle famiglie nobili e titolate della Sicilia del 1902.

 

Il primogenito di Don Pietro, Salvatore Papè Lanza, nato a Palermo il 22 Novembre 1856 succede di diritto alla morte del padre. Sposa Clementina Lanza Paternò il 16 Marzo 1886. Da questo matrimonio nascono quattro figli, Giuseppe, Marianna, Giuseppina e Maria.

 

L'ultimo discendente dei Papè dei Principi di Valdina, Don Pietro, sposa la Principessa Margherita Spadafora i19 settembre 1995, nella Chiesa di San Nicolò di Venetico Superiore.