LA CHIESA DI SAN PANCRAZIO a Taormina

La Chiesa di S. Pancrazio di Taormina

Si potrebbe definire il più antico luogo di culto di Taormina poiché ingloba nella sua struttura il tempio greco-ellenistico di Giove Serapide.

Il ritrovamento della bella statua della Sacerdotessa d’Iside, oggi conservata nel Museo Archeologico di Palermo e di due iscrizioni in greco ed in latino(conservate nell’ antiquarium di Taormina), attestano l’identificazione di questo tempio con quello di Giove, che assorbì in un secondo momento, il culto romano di origine egizia di Iside e Serapide.

La recente ristrutturazione della Sagrestia, ha permesso di evidenziare buona parte della parete nord-est del tempio e dello stilobate del tempio ellenistico di III sec. a.C., che si aggiungono a  quella di sud-ovest da sempre in luce.

In pratica la chiesa venne costruita utilizzando interamente la cella del tempio “in antis” di età greca, solo con la ristrutturazione barocca  venne abbattuta parte della parete di nord-ovest per  ricavare il presbiterio, dove oggi è posto l’altare maggiore su cui è posta la “Vara” con la statua di S. Pancrazio, ideata e costruita da Nicolò Cozzo nel 1885 (in sostituzione della vecchia vara che recava la data del 1519, distrutta durante un incendio).

Il tempio, dalla dominazione araba in poi, dovette essere adibito a chiesa cristiana, se è vero che in esso, il vescovo Teofane Cerameo pronunciò la sua celebre omelia.

La chiesa, ad unica navata, presenta una bella pavimentazione in marmi policromi e quattro altari laterali, anch’essi policromi.

Nel primo altare di destra si può osservare una grande tela raffigurante il martirio del Vescovo S. Nicone e dei suoi 99 monaci, uccisi nella contrada Scimandra, presso Castelmola, durante le persecuzioni contro i Cristiani. L’opera è datata 1768 ed è stata eseguita da Ludovico Suiretch.

Nel secondo altare di destra, ancora una grande tela di Ludovico Suiretch datata 1768 raffigurante S. Pietro che consacra vescovo S. Massimo, successore di S. Pancrazio nella Diocesi di Taormina.

Nel primo altare di sinistra entrando vi è una grande tela ad olio raffigurante il martirio di S. Procopio opera datata al 176…  di Ludovico  Suiretch che rappresenta il martirio di S. Procopio, Vescovo di Taormina, al momento della conquista araba della città , allorquando Ibrahim-ibn-Ahmed lo fece suppliziare mediante l’estirpazione del cuore, perché non aveva voluto abiurare la sua fede cristiana e convertirsi all’islamismo.

Nel secondo altare di sinistra una grande composizione con al centro un Crocefisso in cartapesta ed ai lati due tele ritagliate al di sotto della croce raffiguranti la Madonna e S. Giovanni.

Una bassa ringhiera in ferro battuto ancorata a due grossi pilastri, decorati nella zoccolatura inferiore da bellissimi intarsi marmorei, separa la navata dal presbiterio e segna il limite ( ancora oggi visibile) della cella del tempio ellenistico.

Ricco per policromia e concezione architettonica, l’altare barocco decorato da quattro colonne in marmo di taormina reca al vertice una complessa decorazione marmorea composta da quattro angeli che tengono in mano i simboli del cristianesimo e della carica vescovile del santo patrono. Essi sono posti ai lati dell’immagine della Madonna e del Bambino, anch’essa in marmo, su cui sovrasta la figura del Padre Eterno.

A destra dell’altare maggiore vi è un’ affresco che rappresenta il martirio di S. Pancrazio per mano di Arcagano durante un convito.

A sinistra dell’altare maggiore, ancora un affresco, raffigurante lo sbarco di S. Pancrazio a Naxos e l’avvento del cristianesimo, che nell’ iconografia locale si traduce con il crollo delle statue pagane e con la cacciata dei demoni ad esse collegate.

Bellissimi gli intarsi marmorei delle lastre che rivestono le basi dei due pilastri e degli altari, raffiguranti motivi floreali e zoomorfi.

Nella  Sagrestia si può notare il ritratto di Biagio de Spuches, benefattore della chiesa di S. Pancrazio, ed il vecchio stemma di Taormina che raffigura la centauressa che tiene in mano i due castelli di  Mola e del Tauro.

E’ noto che S. Pancrazio proveniva da Antiochia e fu discepolo di S. Pietro nella diffusione del Vangelo. Egli fu inviato in Sicilia ed approdò a Taormina nel 40 d.C. dove convertì al cristianesimo parecchi personaggi importanti della società dall’ora. Fu torturato ed ucciso all’età di novant’ anni e le sue spoglie dapprima conservate nella chiesa, furono poi trasferite a Roma nel cimitero di Calepodio nell’anno 902 d.C.

La nostra chiesa, malgrado conservi gelosamente i suoi tesori architettonici ed artistici, necessita urgentemente di alcuni interventi di restauro, soprattutto relativamente alle tele ed agli affreschi, che a causa dell’umidità presentano già notevoli lacune.

Propongo alla cittadinanza, a quella cittadinanza che si dice “taorminese”, ai commercianti, agli albergatori, a tutte le forze presenti nella nostra città, di patrocinare un intervento “pro chiesa di S. Pancrazio” al fine di sensibilizzare al più presto gli interventi di restauro, che ormai non possono più aspettare!

CETTINA RIZZO